venerdì 29 settembre 2017

Sous les pavés, la plage!

a cura di Daniele Capra e Serena Ribaudo
Opere video di
Filippo Berta | Bianco-Valente | Giovanni Gaggia
Stefania Galegati Shines | Regina José Galindo | Isabella Pers

In occasione dell'edizione 2017 del Festival INTERNAZIONALE a Ferrara, un week-end con i
giornalisti di tutto il mondo, l’associazione Yoruba::diffusione arte contemporanea in collaborazione
con Ferrara OFF, sono lieti di presentare la mostra di video Sous les pavés, la plage!, con opere di
Filippo BertaBianco-ValenteGiovanni GaggiaStefania Galegati ShinesRegina José
Galindo
 ed Isabella Pers. Il progetto, curato da Daniele Capra e Serena Ribaudo, raccoglie alcuni
dei più significativi lavori realizzati nel panorama italiano degli ultimi anni, nati a partire dall’impegno
politico e civile degli artisti e dall’intima necessità di raccontare ed evidenziare alcuni degli aspetti più
problematici, inestricabili e tormentati della nostra realtà attuale. Sous les pavés, la plage! apre al
pubblico venerdì 29 settembre alle 23.59, un orario apparentemente inconsueto, ma che vuole
simboleggiare, nel passaggio dalla fine del giorno all’inizio di quello nuovo, il senso di sospensione
insito nel cambiamento. Sous les pavés, la plage! (“sotto il pavé c’è la spiaggia”) è stato uno dei motti
più noti del Sessantotto francese, e veniva impiegato dagli studenti per evidenziare come fosse
possibile un orizzonte inatteso e migliore, oltre le barriere imposte dalla condizione presente, apparentemente senza sbocchi. Ma Sous les pavés, la plage! non è stato semplicemente uno slogan
che induceva all’ottimismo, quanto un invito a praticare in prima persona un pensiero libertario e
sovversivo rispetto allo status quo. E tuttora, a cinquant’anni di distanza, è ancora una viva
esortazione ad agire direttamente per innescare un cambiamento, per provare a realizzare, anche se
a piccoli passi, un pezzo di quelle utopie che ci sembrano totalmente precluse.

I temi dell’urgenza espressiva e della necessità a prender posizione con il proprio lavoro saranno poi
dibattuti domenica 1 ottobre alle 12.00 nella tavola rotonda Transpolitica che, nata da un’idea di
Giovanni Gaggia, rappresenta un momento d’incontro, confronto e dialogo fra gli artisti Angelo
Bellobono
Bianco-ValenteGiovanni GaggiaStefania Galegati ShinesIsabella PersTiziana
Pers
Giuseppe Stampone e con Daniele Capra. Questo coro di voci intende focalizzare
l’attenzione sul ruolo dell’artista oggi alla ricerca di una comunanza critica ancorata all’idea di
cooperazione: un discorso politico e antropologico culturalmente indipendente che attraversa il
presente e che proietta l’azione artistica in una dimensione collettiva. Da Transpolitica sarà prodotto
un vero e proprio documento, una traccia di lavoro aperta a future declinazioni e successivi incontri.

FB05. Filippo Berta, Homo Homini Lupus, 2011, video HD, suono, 2ÔÇÖ 33ÔÇÖÔÇÖ, video still, courtesy of the artist.jpg

L’apertura alla collettività ed un lucido occhio di escavazione della società sono imprescindibili
fondamenti dell’opera di Filippo Berta. In Homo Homini Lupus (2011) l’artista declina il famoso
adagio di Plauto in una ferina meditazione antropologica, in un video aspro, implacabile, disturbante.
In uno scenario naturale calcinato e livido, tre lupi – identici per aspetto e per cupidigia – si
contendono una bandiera, la deflagrano tra le fauci, ne fagocitano persino dei lacerti. La bandiera è il
tricolore italiano, ma assurge ineluttabilmente a rappresentare un vessillo universale che diventa
oggetto della bramosia convulsa di un branco (di animali o di uomini?) in cui non c’è spazio per il
rispetto dell’invidio o per la minima forma di solidarietà.

BV02. Bianco-Valente, Illimite, 2014, video, suono, 2'49, musiche di Andrea Gabriele.jpg

Nel proprio percorso di ricerca il duo Bianco-Valente ha frequentemente investigato le connessioni
tra luoghi e persone, evocando una dimensione nuova in cui viene trasfusa l’intimità di una geografia
emozionale. I confini sono ferite arbitrariamente imposte dal rasoio umano nel video Illimite (2014),
impreziosito dalle musiche di Andrea Gabriele, è uno degli esempi più significativi del tentativo di
sanare antiche e profonde cesure e della volontà di restituzione di una cartografia immaginaria. Il
segno – principio fondante di molta dell’opera di Bianco-Valente e che spesso si traduce in vero e
proprio logos – qui si trasforma in un filo rosso con cui una mano cuce e riconnette brandelli slabbrati
di terre e di umanità.

GG02. Giovanni Gaggia, Quello che doveva accaddere (Inventarium), 2017, video, suono, frame da video.jpg

Quello che doveva accadere/Inventarium è una performance che propone una meditazione artistica
ed estetica sulla Strage di Ustica, un amaro approfondimento sul senso di viva memoria nel quale il
dolore si affranca dalla contingenza della tragica fatalità, trasfigurando nella speranza, nella
necessità di resilienza. Dopo i precedenti passaggi nelle città di Palermo e Bologna, Giovanni
Gaggia
 giunge ad Ancona, città natale di Aldo Davanzali, fondatore e presidente dell’Itavia (la
compagnia aerea tristemente nota per la Strage di Ustica). Assiso sotto l’Arco di Traiano l’artista
ricama un drappo scuro in un atto lento e rituale, che è insieme segno, intarsio, sutura di antiche
ferite e paziente e tormentoso mistero di responsabilità.

ST02. Stefania Galegati Shines, Humans, 2008-2009, video, colore, durata 60', Courtesy Pinksummer, Genova e FPAC, Palermo.jpg

Humans di Stefania Galegati Shine è un montaggio di sette differenti video accumunati dalla
continua presenza umana nell’inquadratura e da un ruolo importante della musica. L’opera è
realizzata combinando insieme tanti spezzoni girati nei più disparati contesti, che spaziano da un
concerto jazz ad un matrimonio, da una giornata sulla spiaggia ad una conferenza di Slavoj Žižek, da
un close up su una donna che fuma una sigaretta a ritagli di viaggi compiuti in Africa e in Sudamerica.
Alle immagini, che si susseguono a ritmo continuo, si contrappone una colonna sonora costituita da
canzoni d’autore e musica folk, che frequentemente ha una funzione antiretorica, ironica, e che
contribuisce a delineare una situazione costituita da continui voli pindarici. Humans mostra così, in
un affresco continuamente cangiante, gli infiniti casi della comédie humaine contemporanea.

RG5. Regina Jose¦ü Galindo, La pecora nera, 2014, video, sound, 5'15'', courtesy of the artist and Prometeo Gallery, Milano.jpg

Regina José Galindo ha sovente impiegato il proprio corpo come struggente strumento
performativo. In La pecora nera (2014) l’artista è in un recinto, affondata con gli arti superiori e
inferiori nella terra, romita, col capo reclinato coperto da una massa di capelli corvini. A fianco di lei,
in tranquillità, pascola un gregge belante di pecore, dalle quali viene pressoché ignorata, emarginata
proprio come il membro reietto del branco. Galindo pone così in evidenza, oltre i confini della specie,
la condizione di discriminazione e segregazione a cui, ad ogni latitudine, gli ultimi del mondo –
uomini o animali – sono sottoposti, indifesi, trascurati e dimenticati dagli occhi delle maggioranze
rumorose.

IP05. Isabella Pers, Present, 2016, video, suono, 9-+ 29ÔÇØ, courtesy of the artist e aA29 Project Room, Milano, Caserta, Praga.jpg

L’azione che ha dato origine all’opera Present (2016) di Isabella Pers si è svolta sulla Dolina dei
Cinquecento a Redipuglia, nell’altopiano carsico nel goriziano dove si sono combattute alcune delle
più tragiche battaglie del primo conflitto mondiale, come testimoniato dalle trincee scavate sul terreno,
ancora visibili. Dopo mesi di contatti diretti, l’artista ha radunato donne ed uomini – fuggiti dalla
propria nazione perché vittime di guerre, dittature, persecuzioni politiche terrorismo – invitandoli a
percorrere la strada fino alla sommità della collina. In un vibrante flusso di energie, memorie ed
emozioni, ne scaturisce un vociare sommesso che è insieme canto malinconico, meditazione,
rimpianto. Pers ci invita così ad una attenta riflessione sulla continua e tragica crisi politica
internazionale che stiamo vivendo, che è altresì frutto della nostra individuale indifferenza.

Il progetto, promosso dall’associazione Yoruba::diffusione Arte Contemporanea, in collaborazione con FERRARA OFF – è parte del programma INTANTO a Ferrara – Festival INTERNAZIONALE a Ferrara 2017. Photo credit dell’evento di Gianluca Panareo Pentecoste, 2012.
Presso Ferrara OFF anche l’istallazione di Giacomo Cossio Contronatura.

Quando

INAUGURAZIONE venerdì 29 settembre, ore 23.59

sabato 30 settembre dalle 17 alle 21

Dove

FERRARA OFF
viale Alfonso I d’Este 13 (Baluardo del Montagnone)
44123, Ferrara

Prezzo

Ingresso gratuito

Informazioni

Ferrara Off + 39 333 62 82 360 – info@ferraraoff.it
YORUBA +39 348 35 56 821 / +39 333 20 70 133 – info@yoruba.it – www.yoruba.it