2 dicembre 2023

LA CORSIA VUOTA

storia di Samia Yussuf Omar - anteprima

di e con Chiara Tessiore
produzione Centro Asteria
residenze artistiche Scatti D’Atleta

LA STORIA
Samia Yusuf Omar è un’atleta somala che, nel 2008, partecipa alle Olimpiadi di Pechino.
È il 19 agosto, fa caldo e - nel famoso stadio soprannominato “the bird nest”, il nido d’uccello - si corre la quinta batteria di qualificazione dei 200 metri piani femminili; Veronica Campbell-Brown vince la batteria con un tempo di 23’’04 (e vincerà la medaglia d’oro stabilendo il suo personale a 21’’74) , nel giro di mezzo secondo arrivano tutte le altre sette atlete e ultima, con un tempo di 32’’16, arriva Samia, che corre in seconda corsia, magrissima, con i fuseaux lunghi, una maglietta di cotone con i colori della Somalia, scarpe regalate dalla squadra di atletica sudanese e una fascia di spugna bianca sulla testa.
Nove secondi di distacco. Nove secondi. Sui 200 metri. Un’infinità.
In quei secondi, in quei metri che la separano dalle altre, fortissime atlete, sta tutta la sua storia: i suoi allenamenti per le strade disastrate di Mogadiscio, con le maniche lunghe e il velo in testa, i posti di blocco, le minacce di morte se non avesse smesso di fare sport; c’è la storia della Somalia, un paese menomato dal colonialismo, dalla guerra civile, dal fondamentalismo; e ci sono tutte le contraddizioni di un Occidente capace di appassionarsi ad un’atleta diciassettenne con lo sguardo timido, che - prima di allora - non ha mai preso un aereo, che pesa 44 chili e corre con le più forti atlete del mondo, di commuoversi di fronte alla “storia perfetta”, l’incarnazione dello spirito olimpico, in cui amore per lo sport
ed emancipazione femminile lottano per riscattarsi da un’Africa povera e violenta, per poi far cadere nell’oblio la figura che aveva eretto a simbolo.

Terminate le Olimpiadi, infatti, i riflettori su Samia si spengono e la giovane atleta - che avrebbe dovuto prendere parte ai successivi Giochi Olimpici di Londra 2012- è costretta a lasciare il suo paese e tentare il viaggio da clandestina per raggiungere l’Europa.
Conosciamo la storia di Samia grazie a Abdi Bile, medaglia d’oro nei 1500 metri ai Mondiali di Roma 1987, che dopo il trionfo di Mo Farah (atleta britannico di origine somala) alle Olimpiadi di Londra, davanti a una platea riunita a Mogadiscio per ascoltare i membri del Comitato Olimpico Nazionale, dice: “Siamo felici per Mo, è il nostro orgoglio, ma non dimentichiamo Samia. Sapete che fine ha fatto Samia Yusuf Omar? La ragazza è morta… morta per raggiungere l’Occidente. Aveva preso una carretta del mare che dalla Libia l’avrebbe dovuta portare in Italia. Non ce l’ha fatta. Era un’atleta bravissima. Una splendida ragazza”.

DRAMMATURGIA
“La corsia vuota” è uno spettacolo che parla di velocità e di dimenticanza. La narratrice - l'attrice Chiara Tessiore - entra in scena con una vecchia videocassetta in mano e domanda al pubblico se qualcuno abbia ancora in casa un videoregistratore.
L’idea è semplice: nel giro di pochi anni, nelle nostre case, siamo passati dalle VHS ai DVD, dai DVD alle chiavette USB, dalle chiavette USB allo streaming e poi a Netflix e in futuro... chissà...
Le videocassette sono diventata roba buona solo per qualche collezionista e per il resto sono finite a prendere polvere dentro agli scatoloni delle cantine, insieme alle macchine fotografiche usa e getta della Kodak e alle schede telefoniche per le cabine.

Da questo incipit prende forma una narrazione strutturata attorno ai vecchi comandi del video registratore (play, pausa, forward, rewind, …) per raccontare la vita di Samia come se fosse un film in videocassetta; il discorso non è sempre organizzato cronologicamente, ma va avanti e indietro, salta capitoli, preme il tasto pausa, riparte, riavvolge il nastro, si mostra al rallentatore, va avanti veloce e - alla fine - bruscamente si interrompe. Non ci sono le Olimpiadi di Londra e non c’è nemmeno un funerale, una tomba, un corpo a cui dire addio. Il corpo di Samia non è mai stato ritrovato, è rimasto senza nome, dimenticato insieme alle decine di migliaia di vittime affogate nel Mediterraneo. Come una videocassetta dimenticata in cantina dentro ad uno scatolone pieno di altre videocassette di cui ormai non importa più nulla a nessuno tanto nessuno ha più un videoregistratore in casa.
A fare da bussola negli andirivieni, nei rallenty e negli avanti veloce della narrazione, i video di Giovanni Tammaro, che dialogano con la drammaturgia e accompagnano lo spettatore creando un codice visivo e sonoro che diventa linguaggio metateatrale funzionale alla storia.

CHIARA TESSIORE - BIOGRAFIA
Attrice, autrice e formatrice teatrale diplomata nel 2011 presso l’Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine. Autrice e interprete di numerosi spettacoli di Teatro Ragazzi e di Teatro di Narrazione e di parola tra i quali: “Cara Virginia” (FINALISTA premio Carlo Annoni 2021; VINCITORE “Casa con vista Fringe” 2019 di Torino Fringe Festival\FondazioneTRG Onlus e “Maldipalco2019” di Tangram Teatro\TPE_Teatro Piemonte Europa); “Occhi Nudi” (2014), “La Mosca_almeno un milione di scale” (2013_FINALISTA Premio Anteprima Festival Collinarea 2013).
Dal 2012 è attrice di Assemblea Teatro_Centro di Produzione Teatrale di Torino ed è parte dell’Associazione culturale a scopo sociale Baba Jaga\Teatro delle Udienze di Finale Ligure(SV) in qualità di educatrice, attrice, drammaturga e direttrice artistica.
Nel 2020 si diploma come formatrice teatrale nell’ambito del percorso di formazione professionale di Modello Te.S.eO, Accademia Teatrale Veneta e Teatro Stabile del Veneto. Collabora con il Centro Asteria come attrice e drammaturga.
Dal 2022 si trasferisce a Ferrara e collabora con FerraraOff come formatrice teatrale per ragazzi e adulti

Quando

sabato 2 dicembre 2023 ore 21

Dove

Teatro Ferrara Off
viale Alfonso I d’Este 13
Ferrara

Prezzo

Intero 15€

Ridotto (Soci ARCI, Studenti Unife, Dipendenti CIDAS, Under 18, Over65, Corsisti Ferrara Off) 7€
NB: All’ ingresso del teatro sarà richiesta prova di verifica per il diritto di accesso a tariffa ridotta.

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